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20 06 2013 | Rimini | Bilancio sostenibilità Hera, le critiche di Rimini Uptown

Giovedì, 20 Giugno 2013

tortora-scuroRimini | Bilancio sostenibilità Hera, le critiche di Rimini Uptown 

 

Venerdì mattina al teatro degli Atti sarà presentato il bilancio di sostenibilità Hera, ci saranno il sindaco di Rimini Andrea Gnassi, l’amministratore delegato di Hera Maurizio Chiarini e il direttore dell’area di Rimini della multi utility Tiziano Mazzoni. La notizia ha stimolato il comitato di Covignano Rimini uptown che in tema di sostenibilità ambientale ed Hera è molto sensibile, soprattutto raggruppando per lo più cittadini destinati a convivere con il biodigestore di Ca’Baldacci, cittadini che il bilancio sostenibile di Hera se lo sono studiati e hanno da dire in merito qualcosa.

 
“E’ veramente impressionante – esordisce la portavoce Elisabetta Garuti – la mole di dati e il dettaglio con cui vengono analizzate le varie attività della multiutility negli ultimi dieci anni. Nella parte dedicata alle comunità locali, ben poco però si parla dell’impatto che i vari impianti hanno sulla gente che vi abita intorno, nonostante l’art.58 del Codice Etico di Hera impegni la società a ‘prestare attenzione alle sollecitazioni provenienti dalle comunità in cui opera, realizzando iniziative di consultazione, informazione e coinvolgimento. Ciò vale in modo particolare per le comunità insediate nei pressi dei propri impianti. L’impegno del Gruppo è più significativo nei territori in cui costruisce o potenzia impianti di smaltimento di rifiuti o di produzione di energia elettrica’”.

 
Se l’azienda segnala “un forte impegno dedicato alle attività sociali, di ascolto, ambientali e di formazione per le scuole”, fa notare Garuti, “io non metto in dubbio che ciò non sia vero per qualche area dell’Emilia Romagna, ma posso dire che per quello che riguarda la centrale di produzione di biogas di Cà Baldacci a Rimini, questo non è stato sicuramente vero. Nessuna consultazione della popolazione abitante nella zona, nessuna informazione così come descritta nel bilancio, ma solo degli articoli sui giornali, nessun coinvolgimento, anzi. Nessun avvertimento che, dopo quasi 60 anni di vergognosa storia della gestione dei rifiuti in questo sito, sarebbe stata costruita una centrale di produzione di biogas”.


Dalla vergogna allo “scempio”, fanno notare da Uptown, il passo è breve. “E così adesso ci troviamo con un impianto sproporzionato alla capacità di assorbimento del nostro territorio che non è idoneo a reggere un tale pesante impatto sociale, agronomico, ambientale e paesaggistico. Siamo ai piedi della collina di Covignano nell’immediato entroterra riminese a soli 10 chilometri dal centro di Rimini. Nel raggio di due chilometri dall’impianto sono presenti tre agriturismi, due ristoranti, diverse aziende agricole a vocazione vitivinicola e numerosissime abitazione civili. Confinanti con l’impianto ci sono decine di ettari di vigneti che conferiscono l’uva a varie cantine che producono vino venduto in tutta Italia e all’estero”.

 
Eppure, “zitti zitti ci hanno messo un impianto industriale rumoroso, puzzolente e inquinante in mezzo alla campagna. Ma come è possibile? Ma dove sono l’etica e il rispetto dell’ambiente e della comunità locale? E non mi si dica che siamo affetti dalla sindrome ‘non nel mio giardino’ perché sono quasi 60 anni che la popolazione di Ca’ Baldacci si tiene i rifiuti di Rimini nel proprio giardino”.


Un’azienda seria, “veramente etica, rispettosa delle persone e dell’ambiente”, secondo il comitato dei residenti di via San Martino in Venti e dintorni, “avrebbe chiesto scusa per i tanti disagi e se ne sarebbe andata”. Ed è per questo che dicono che per loro “le 200 pagine del bilancio di sostenibilità rimangono solo chiacchiere perché i fatti che ci riguardano parlano un’altra lingua. Nel 1988, a discarica in chiusura, un dirigente dell’Amia (ora dirigente di Hera) ci aveva promesso che ci avrebbero dato il gas. Adesso capiamo che cosa voleva dire, anche se noi pensavamo qualche cosa di diverso. Non avevamo capito che ce lo avrebbero dato in emissioni diffuse, fuoriuscite di biogas e pm10 di camion. Davvero, non pensavamo che ce lo avrebbero fatto respirare”.


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